Statistiche recenti hanno dimostrato che le nuove generazioni sono sempre più delicate, sensibili e bisognose di cure e attenzioni. Obbligo degli insegnanti e delle famiglie è, infatti, prestare particolari attenzioni ai bambini e ai ragazzi in età preadolescenziale e adolescenziale. Proprio in questa fase della vita si manifestano, non a caso, piccoli campanelli di allarme che necessitano, per non sfociare con il tempo, in vere e proprie patologie di attenzioni e monitoraggio costanti. Rivolgersi a un esperto del settore, in casi preoccupanti, può essere per tale ragione una mossa intelligente e preventiva; tanti gli specialisti ma, solitamente, la figura più indicata nella maggior parte dei casi è quella della psicologa. Milano, a tal proposito, impartisce lezioni ed esempi positivi in quanto sia all’interno delle scuole, sia dei centri ricreativi e sportivi spesso inserisce figure professionali e qualificate che siano in grado di dare supporto e assistenza in caso di necessità.
Certamente tra i disturbi più comuni, durante la fase adolescenziale, vi sono quelli inerenti l’alimentazione e il rapporto con il cibo in generale. Non solo a causa dei modelli sociali da cui siamo influenzati, ma anche a causa dell’incapacità che molti ragazzi hanno di manifestare le emozioni, patologie come l’anoressia e la bulimia stanno ormai dilagando. Ma, ci si chiede, quali siano i sintomi di questi disagi che, se individuati per tempo, riescono ad essere arginati e curati?
Un ragazzo affetto da anoressia nervosa, solitamente, manifesta i seguenti sintomi: rifiuto del cibo, paura di ingrassare, perdita repentina di peso corporeo e amenorrea. Proprio per evitare l’aumento del peso, l’anoressico mette in opera una moltitudine di atteggiamenti tipici del disturbo, come una dieta ferrea, eccessivo esercizio fisico, induzione del vomito dopo pasti solitamente molto ridotti.
Tendenzialmente è possibile distinguere due forme di anoressia nervosa: la prima si chiama anoressia restrittiva ed è caratterizzata da digiuno, intensa attività sportiva e vomito autoindotto. La seconda forma, invece chiamata anoressia con bulimia, è caratterizzata da comportamenti finalizzati alla perdita di peso, tramite l’aiuto di farmaci, lassativi e vomito autoindotto. I pazienti affetti da anoressia tendono ad attribuire un’importanza decisamente eccessiva all’aspetto fisico, spesso emaciato. Il livello di autostima, di conseguenza, è spesso il risultato del peso corporeo che se in calo rende il paziente più positivo e soddisfatto.
Le cause di tali disturbi possono essere disparate e, in qualche caso, riconducibili al rapporto con i componenti della famiglia. In questo caso, è consigliabile avvalersi del supporto di uno studio polifunzionale al cui interno operino professionalità disparate in grado di approfondire la natura delle cause e riparare in fretta alle conseguenze, spesso disastrose, di questa malattia.